l’11% dei genitori italiani dichiara di avere cambiato le proprie strategie a seguito di esperienze negative dei figli, sebbene un quarto dica che è abbastanza (15%) o molto (3%) probabile che i propri figli vivranno esperienze problematiche nei prossimi sei mesi.
Mentre circa due terzi dei genitori in Italia usano software per prevenire spam e virus, meno di un quarto (21%) usa filtri per la sicurezza.
Contrariamente all’idea che i genitori conoscano poco delle attività dei figli online, due terzi dei figli dichiarano che i propri genitori sappiano molto (25%) o abbastanza (51%) a riguardo.
I minori seguono abbastanza le direttive dei propri genitori, oltre due terzi dice che la mediazione dei propri genitori è di aiuto (il 27% molto, il 45% un pò). Una piccola percentuale dei minori interrogati dice che vorrebbe che i propri genitori facessero di più e fossero piu’ presenti (1% molto, 9% un po’).
La partecipazione attiva da parte dei genitori nell’uso di internet, riduce la probabilità dell’esposizione dei minori ai rischi della rete a qualsiasi età. Sembra, inoltre, che questo comportamento riduca le esperienze dannose (come essere infastiditi e turbati da qualche esperienza online) dei minori tra i 9 e i 12 anni senza in alcun modo limitare le loro opportunità.
Per contro, la mediazione restrittiva – come porre limiti di tempo all’uso di internet, proibire alcuni siti o negare ai figli la possibilità di caricare foto pubblicare i propri dati – sembra essere più efficace nella riduzione dei rischi.
L’87% dei genitori italiani dichiara di imporre ai propri figli delle regole sulla diffusione di informazioni personali online, il 56% sostiene di essere accanto ai figli quando sono al computer, e il 79% parla con loro di internet. Solo il 13% dei genitori non ha attivato alcuna strategia.